sabato 27 aprile 2013

Spot FIAT 500 (2007)

Decostruire la pubblicità: FIAT 500 (2007)



Questo è lo spot col quale la FIAT ha tentato alcuni anni fa di rilanciare il suo marchio. Tutte le versioni hanno la stessa struttura e cambiano solo alcuni personaggi e alcune immagini. Il messaggio è sempre lo stesso. In tutti i casi, si assiste ad una scena tratta da Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore che fa da cornice allo spot vero e proprio: un ragazzino (Totò Cascio), col quale evidentemente lo spettatore è indotto ad identificarsi, entra in una sala cinematografica e guarda scorrere sullo schermo le immagini più significative del Novecento italiano: gli scioperi, le stragi, le manifestazioni e le contestazioni, i personaggi più popolari, il papa. La FIAT si impone così come un elemento imprescindibile della storia e dell’identità italiane. E certo chi potrebbe contestarglielo? Nel bene e nel male, la FIAT ha dominato la scena italiana dell’ultimo secolo, facendo valere tutto il peso politico ed economico della sua presenza.

martedì 16 aprile 2013

Antichrist


Antichrist di Lars von Trier, col, 104’ (versione cattolica), Dan, Ger, Ita, Sve, Pol, 2009.


Un film orribile: l’horror secondo Lars von Trier. Ovvero, l’orrore cosmico ‒ puro e semplice, calato nella relazione di genere. In verità, il film potrebbe forse essere letto sotto molti riguardi, da diversi punti di vista ma la lettura di genere non sembra essere troppo peregrina se è vero, come è vero, che tutto il film ruota attorno al rapporto tra marito e moglie, in una assurda escalation d’orrore e di violenza, fino alla tragica conclusione: il sacrificio della donna, strangolata dal marito. Orrore ‒ è bene sottolinearlo ‒ non terrore. Certo, il terrore abbonda, nel film, come la crudezza della violenza messa in scena.  Tanto più che si mescola alla delicata bellezza delle immagini, all'aria di Haendel che accarezza e modula l'amore e l'orrore, la poesia e la morte.

sabato 6 aprile 2013

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto

Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto di Lina Wertmüller, col, 125’, It, 1974



- Oh amore…il primo, è vero sai: avresti dovuto essere tu il primo.
- Il primo? Si chiama “primo” uno che poi dopo ci sta il secondo eh!

Vero Amore o falso Amore? Verità o menzogna? questo l’interrogativo sollevato nel clou del dibattito dopo la visione di "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto". Un film in cui la regista Wertmuller getta lo spettatore in una situazione irreale ma costruita sul realismo di immagini e dialoghi. Grazie alla grande interpretazione dei protagonisti, Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, una coppia affiatata vive e fa vivere, tra scene ironiche e grottesche, emozioni contrastanti e vertiginose, passando da un raccapricciante sdegno a un’amorevole comprensione. Il drammatico finale lascia un velo di malinconia e proietta lo spettatore nel mondo reale, in un vortice di riflessioni sull’essere: donna/uomo – schiava/padrone – verità/menzogna – amore/non amore - sesso/potere – borghesia/proletariato – settentrione/meridione.