Pubblicità & Mito

La pubblicità ha preso il posto del mito e della poesia. Il linguaggio mitopoietico si è svuotato di senso ed è stato reso funzionale al messaggio pubblicitario. Questo laboratorio è un percorso in quattro tappe che analizzerà il linguaggio pubblicitario e l’uso virale dei mitemi, fornendo gli strumenti per poter interpretare e decostruire i messaggi veicolati quotidianamente dagli spot.
Saranno analizzate alcune recenti campagne pubblicitarie, per comprendere qual è il vero messaggio che intendono veicolare e perché ottengono l’effetto di aumentare i consumi. Poesia e mito sono i principali strumenti attraverso cui la pubblicità ha presa sulla nostra psiche, sui nostri desideri, sulla nostra immaginazione. Comprenderne i meccanismi è utile a guadagnare un rapporto libero con il mondo della pubblicità e del consumo.
Da oltre un secolo, ormai, siamo ignare vittime di un esperimento che tenta in tutti i modi di far regnare la piattezza del senso unificato sotto la logica del mercato. L’esperimento consiste nell’indottrinamento collettivo di forme di visioni del mondo eterodirette, imposte dall’alto, estranee al corpo che le accoglie – e che le subisce passivamente. Essi vivono, in fondo, è un passo indietro rispetto all’atroce realtà. Il complottismo non è sufficiente a nominare la gravità della situazione. 
La verità è che la biopolitica ha incontrato – ed ha subito sposato – il network massmediatico e da allora sta attentando quotidianamente alla nostra salute mentale attraverso un bombardamento informatico che incanali il nostro volere nella produzione consumistica.
Tutto ciò si può riassumere nella parola-chiave “Pubblicità”.
Il laboratorio, si propone, quindi, attraverso l’analisi critica, meticolosa, compulsiva, della massima espressione massmediatica – lo spot – di scardinare la logica sottostante a questo pluridecennale esperimento, onde svuotarne il senso e privarla della violenza.
Si tratta di sottoporre al vaglio critico e schizoide gli spot pubblicitari onde stracciar loro di dosso la pletora metaforica che ne confonde e trasfonde il senso, permettendo così l’inoculazione viscerale dell’unico messaggio subliminale che sempre si ripete.
Piuttosto che tentar di mostrare tale messaggio – operazione che risulterebbe votata inevitabilmente al fallimento – il laboratorio si propone piuttosto di indicarlo indirettamente attraverso il ricorsivo appello alle facoltà critiche incarnate nei nostri stessi corpi schizoidi.

Tim Walker - Story Teller (Nowness)

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